martedì 13 ottobre 2015

#16 The first month.

Okay, mi rendo conto di avervi trascurato. Scusatemi, ma ho davvero pochissimo tempo da dedicare al blog, qui c'e` sempre qualcosa da fare. 

Nel frattempo e` passato un mese (e mezzo) dal mio arrivo qui e, che dire, e` tutto troppo strano. non mi sembra vero. Il tempo e` passato troppo velocemente, ma e` inutile che lo dica, questo potete immaginarlo già da soli. Adesso mi trovo qui a scrivere quando l'unica cosa che dovrei fare e` fare i compiti di matematica (specialmente dopo 4 giorni di vacanze), ma va beh. Signori miei questo primo mese qui e` stato davvero intenso e indescrivibile. Pieno di emozioni, di risate, di scoperte, di messaggi e video chiamate, di spese varie, di cibo che non può definirsi cibo ma che si mangia comunque, di differenze, di paure, di desideri, di amicizie e, sopratutto, di riflessioni. Perché e` proprio vero che quando ti trovi nella mia situazione, distante quasi anni luce dalla tua "quotidiana quotidianità", ti rendi conto che tutto ciò che ti resta da fare e` riflettere. E rifletti su tutto, e ti si spalanca davanti agli occhi un nuovo mondo, fatto di opportunità che ancora neanche esistono ma che sei già pronto a cogliere. ed e` cosi` strano, perché per una volta sono davvero fiera di me stessa; di ogni piccolo passo compiuto per arrivare fin qui.

Amo l'aria del Maine. In realtà amo tutto del Maine: la nebbia, il freddo, i pomeriggi (e le mattinate, e le sere, e le notti) di pioggia, i fantastici colori autunnali che, ahime`, in Italia non ci sono, le distese immense di erba, i fiumi, i laghi, la natura rigogliosa, gli animali, perfino gli insetti (eh beh, se solo mi conosceste vi rendereste conto che non sono proprio quel tipo di persona amante degli insetti). Amo anche la gente meravigliosamente downeast che, con gli stivali da pioggia che arrivano alle cosce, i giubotti mimetici e quegli accessori arancione fluo, non passa certo inosservata agli occhi degli italiani modaioli. Che poi e` vero: la gente mica scherza quando dice che gli Italiani hanno senso dello stile. E` cosi` divertente vedere tutta questa gente che, davvero, se ne frega di come appare. Che va a scuola in pigiama, vestito da contadino, con vestiti strappati e macchiati e, indovinate un po'... Nessuno gli dice nulla. Poi pero` c'e` il rovescio della medaglia. Ci sono le ragazze che vanno a scuola in vestitino e tacchi e davvero, per quanto mi sia sforzata di capirle, ogni volta che le vedo vorrei ridergli in faccia. Queste ragazze sono principalmente le ragazze popolari. Perché e`vero che gli stereotipi sono pur sempre stereotipi, ma e` anche vero che spesso corrispondono alla realtà. Ricordo che uno dei primi giorni che ero qui, prima dell'inizio della scuola, incontrai una di queste ragazze (davvero simpatica e gentile tra l'altro) e la prima cosa che pensai dopo averla vista era proprio che mi sembrava fosse uscita da un film. Quando lo raccontai a una mia amica mi disse che gliel'avrebbe detto perché sicuramente lei ne sarebbe stata felice. E` davvero e` stato cosi`. Lei era davvero felicissima, continuava a ripetere che ero gentilissima e che non desiderava altro che essere "vista" cosi` dalla gente. Io beh, sono un po' rimasta sconvolta da quella sua affermazione...

Il bello pero` e` proprio che, in quest'esperienza, come nella vita del resto, tutti hanno una diversa visione del mondo, e la cosa più divertente e`, senza dubbio, mettere a confronto la tua con quella degli altri.

Cosi` e` passato il mio primo mese, mese in cui ho fatto cosi` tante cose che non riesco neanche a farmene un'idea e a raccontarle. Davvero bellissimo. A tutti i ragazzi che stanno pensando di partire o ai futuri Exchange Student dico solo che questa sara` davvero l'esperienza più bella della vostra vita. Sara` la scelta che cambierà drasticamente il vostro modo di pensare e di affrontare la vita. Perlomeno cosi` e` stato e continua ad essere per me, e sono cosi` grata e contenta di poter vivere quest'esperienza che non so neanche quali parole scegliere per continuare a scrivere. 

A proposito di parole, tempo fa parlavo della possibile idea di aprire un canale Youtube, idea che non ho completamente accantonato ma che ancora non ho avuto ne` il tempo ne` la voglia di realizzare. Ad ogni modo spero davvero di riuscire a trovare il tempo per farlo perchè ci sono cose di cui si, sarebbe bello parlare, ma di cui bisogna discutere verbalmente non per iscritto. 

Chiusa questa parentesi torno a parlare o, per meglio dire, a scrivere, del mio primo mese qui: giorno dopo giorno sento il mio inglese migliorare, e sono cosi` contenta. Riesco davvero ad esprimermi in modo quantomeno decente, più lo parlo più mi rendo conto di quanto sia migliorata dal mio arrivo qui. E, ora che ci penso, mi rendo anche conto di aver scritto troppe volte di quanto sia contenta. Pero` e` effettivamente cosi`: sono contenta, contentissima. Cosi` contenta che ho anche iniziato a rivalutare l'Italia che , quasi quasi, ormai, vado fiera di essere italiana. Sono tutti cosi` curiosi riguardo l'Italia. E quando le risposte alle loro domande sono diverse da quelle che si aspettano restano cosi` sorpresi... In realtà mi sembra che qui pensino che l'Italia sia una terra bellissima abitata da unicorni volanti.

Settimana scorsa c'e` stata l' Homecoming Week (di cui parlerò in un post a parte), che pero` non ho potuto godere a pieno perché sono stata bloccata a letto con la febbre alta e le placche alla gola. Che sfiga penserete, invece e` stata una piccola fortuna. Ho potuto vedere quanto tutte queste persone, che appunto mi conoscono da un solo mese, mi vogliano bene. Tutti si sono preoccupati per me. Venivano da me diverse volte al giorno per sapere come stessi, per portarmi cibo, medicine e per sapere se avessi bisogno di qualunque cosa. Devo ammettere che questi miei giorni di "malattia" sono stati quelli in cui mi sono sentita meno a casa, piu` estranea a questo posto. Nonostante questo loro mi hanno dimostrato di tenere a me come se fossi di famiglia, e gli sono grata per questo. Addirittura un giorno la tenera signora della mensa, che forse e` stata quella che più si e` occupata di me, mi aveva detto che avrebbe potuto cucinarmi la sua famosa zuppa per stare meglio. Che tenera. Qualche giorno dopo ci siamo trovate a parlare in mensa e mi ha chiesto se stessi meglio. L'ho ringraziata per tutto quello che aveva fatto per me e lei mi ha stretto a se` in un abbraccio cosi` forte e materno che avrei potuto piangere. Poi ha iniziato a parlare del fatto che a 15 anni ha lasciato sua madre (che era povera) per andare all'università (negli anni '60) dall'altro lato degli States grazie a una borsa di studio e che, per mantenersi, lavorava pure. Mi ha detto che sa cosa vuol dire stare male ed essere lontana da casa e che si e` sentita in dovere di aiutarmi. Poi ha iniziato a parlare di quanto sia importante la cultura. Lei e` laureata in chimica, non so come abbia finito per lavorare qui, presumo sia un'altra interessante storia che prima o poi mi faro` raccontare...

A questo punto, per finire in bellezza, chiudo col vostro interrogativo principale. Perché si, lo so mio caro lettore che non fai altro che porti questa domanda da quando hai iniziato a leggere: non ti manca casa?

Beh si, mi manca casa. Ho solo 16 anni e sono a 6646 km da casa. Mi manca casa. Mi manca tanto, ci penso spesso. Ma non mi importa. So che il gioco vale la candela; che l'esperienza vale la mancanza, se cosi` posso dire. E in ogni caso sono sempre cosi` impegnata da essere continuamente distratta da questa cosa.

Quindi si, a larghe somme, questo e` il resoconto del mio primo mese qui. Mi sembra già di avere pochissimo tempo. Sto cercando con tutte le mie forze di poter restare per tutto l'anno, ma purtroppo non dipende da me. Vi aggiornerò il prima possibile, See you soon!